Dalla libertà di espressione alla censura social: Facebook e Instagram contro Casa Pound e Forza Nuova

17 settembre 2019

In occasione della protesta contro il nascente Governo, il c.d. Conte Bis, Facebook e Instagram hanno deciso di cancellare le pagini ufficiali di Casa Pound e Forza Nuova, sollevando proteste e recriminazioni da parte delle organizzazioni interessate da tale atto di arbitraria censura.

Sul punto, è intervenuto anche il Garante della privacy, evidenziando come, dal 2016, i social network più importanti hanno implementato il Codice di Condotta voluto dalla Commissione europea, adottando termini di utilizzo delle piattaforme social finalizzate a contrastare episodi di violenza, la pubblicazioni di contenuti illeciti, e i c.d. hate speech.

A tal riguardo, basta leggere l’art. 2 delle Condizioni di Utilizzo di Facebook, recanti “Elementi condivisibili e condotte autorizzate su Facebook” per comprendere che la piattaforma mira ad adottare azioni di tutela affinché“i propri utenti possano esprimersi e condividere contenuti per loro importanti, ma senza pregiudicare la sicurezza e il benessere degli altri o l'integrità della propria community. Pertanto, l'utente accetta di non adottare le condotte descritte qui sotto (o di agevolare o supportare altri ad adottarle): 

  1. L'utente non può usare i Prodotti per adottare condotte o condividere contenuti: 
  •       Contrari alle Condizioni, agli Standard della community e ad altre condizioni e normative applicabili all'uso di Facebook da parte dell’utente.
  •       Contrari alla legge, ingannevoli, discriminatori o fraudolenti.
  •       Contrari o in violazione dei diritti di altri utenti, compresi i loro diritti di proprietà intellettuale.”

 

Dopo di che, basta scorrere gli standad della community

https://www.facebook.com/communitystandards/, per comprendere che i valori che ispirano la piattaforma sono la Sicurezza, la Dignità e il contrasto al comportamento violento e criminale.

 

Le regole analizzate sembrerebbero giuste e condivisibili, se non fosse che pongono nella pratica un problema di bilanciamento effettivo dei diritti fondamentali: da una parte, la libertà di espressione e diritto di critica,  e dall’altra il diritto ad usufruire di una servizio che  tuteli la sicurezza e dignità degli utenti.

 

Sul punto, è intervenuto anche lo stesso Garante della privacy che ha evidenziato come “La responsabilizzazione dei gestori  di piattaforme social promossa ad esempio nel contrasto dell'hate speech, del terrorismo o a tutela del copyright è certamente positiva, in quanto minimizza il rischio di un uso illecito - in senso lato - della rete, in quella che è stata a ragione definita l'eta del risentimento. E' indispensabile, però, che la composizione, in ultima istanza, di diritti fondamentali quali dignità e libertà di espressione sia sempre affidata all'autorità pubblica, impedendo tanto derive in senso lato "censorie", quanto il rischio che la rete, da spazio di promozione dei diritti di tutti, divenga il terreno su cui impunemente violarli”.

 

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