Corrispondenza tra privati ed il diritto alla riservatezza nel rapporto di lavoro

15 aprile 2025

In tema di licenziamento per giusta causa, non rientra tra le prerogative datoriali un potere sanzionatorio di tipo meramente morale nei confronti dei dipendenti, tale da comprimere o limitare spazi di libertà costituzionalmente protetti, come quello concernente la corrispondenza privata. 

Ne consegue che la garanzia della libertà e segretezza della corrispondenza privata ed il diritto alla riservatezza nel rapporto di lavoro, presidi della dignità del lavoratore, impediscono di elevare a giusta causa di licenziamento il contenuto in sé delle comunicazioni private del lavoratore, trasmesse con il telefono personale a persone determinate e con modalità significative dell'intento di mantenere segrete le stesse, a prescindere dal mezzo e dai modi con cui il datore di lavoro ne sia venuto a conoscenza (Nel caso di specie, la Suprema Corte, accogliendo il ricorso, ha cassato con rinvio la sentenza impugnata che, in riforma della pronuncia di primo grado, aveva ritenuto legittimo il licenziamento per giusta causa intimato alla lavoratrice ricorrente in quanto responsabile di aver postato, sulla chat "WhatsApp", che condivideva con altri colleghi di lavoro, un video di contenuto denigratorio nei confronti di una cliente entrata all'interno del negozio di vendita).

Cass. civ., Sez. lavoro, 28/02/2025, n. 5334

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