I programmi di compliance antitrust

23 giugno 2017

Negli ultimi anni, a seguito dell'aumento della consapevolezza da parte delle imprese circa la necessità di rispettare le norme in materia di concorrenza, si è assistito ad una graduale diffusione della "cultura antitrust" nella politica aziendale delle imprese.

Il rispetto della normativa antitrust è stato promosso soprattutto dalle varie Autorità nazionali preposte alla tutela della concorrenza attraverso la pubblicazione di linee guida utili all'implementazione di programmi di antitrust compliance.

Nel panorama italiano un primo approccio verso il riconoscimento dell'idoneità dei programmi di compliance a sviluppare e diffondere una cultura della concorrenza si rinviene nella Delibera n. 25152 del 22 ottobre 2014 "Linee Guida sulla modalità di applicazione dei criteri di quantificazione delle sanzioni amministrative pecuniarie irrogate dall’Autorità in applicazione dell’articolo 15, comma 1, della legge n. 287/90", pubblicata dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM).

Nella predetta Delibera, l'AGCM ha introdotto la possibilità di concedere una significativa riduzione della sanzione alle imprese che adottano un programma di compliance antitrust che sia in linea con le best practices europee e nazionali.

A seguito dell'adozione della Delibera n. 25152/2014 dell'AGCM, che ha delineato i principi di carattere generale della compliance antitrust, con particolare riferimento alla rilevanza dei programmi nell'ambito del regime sanzionatorio, nell'aprile 2016, al fine fornire alle imprese i criteri standard da seguire nell'implementazione di un efficace programma di compliance antitrust, sono state pubblicate le "Linee guida Confindustria per la compliance antitrust delle imprese" con l'obiettivo di "incoraggiare e supportare le imprese nella definizione e nella relativa attuazione di strategie di compliance, rispondenti agli standard attualmente applicati a livello europeo".

Giova infatti sottolineare che, ad oggi, l’adozione di un programma di conformità è considerata come lo strumento più efficace per garantire l'effettivo rispetto da parte dell'impresa delle norme in materia di concorrenza ed elaborare adeguati standard di trasparenza ed integrità.

Il rispetto del programma, oltre a prevenire l'eventuale commissione di infrazioni e, quindi, a ridurre fortemente il rischio legato alla commissione di violazioni del diritto della concorrenza, agevola la scoperta di fattispecie illecite già in atto, consentendo all'impresa di interromperle e di ridurre la portata del comportamento anticoncorrenziale.

Tra i numerosi benefici garantiti all'impresa dall'adozione  di un programma di compliance antitrust, un elemento di particolare interesse è rappresentato dalla rilevanza assunta dal programma nell'ambito della politica sanzionatoria dell'AGCM.

Come stabilito dalle Linee Guida adottate dall'AGCM in materia di quantificazione delle sanzioni , l'adozione di un programma di compliance aderente alle best practice europee e nazionali può essere riconosciuta come circostanza attenuante nella valutazione della gravità delle violazioni e, di conseguenza, nella determinazione delle sanzioni.

Tuttavia, la mera esistenza del programma di compliance antitrust non costituisce circostanza attenuante per se. L'AGCM ha, infatti, precisato che per riconoscere valore premiale all'impegno, anche economico, profuso dalle imprese nel predisporre misure organizzative e procedurali volte al rispetto delle norme poste a tutela della concorrenza, si rende necessario "il concreto impegno al rispetto del programma stesso" attraverso un pieno coinvolgimento del management, l'identificazione dei soggetti responsabili dell'implementazione del programma, l'identificazione e la valutazione dei rischi sulla base del settore di attività e del contesto del mercato in cui opera l'impresa, la diffusione di una cultura antitrust attraverso l'organizzazione di attività di formazione e training, la previsione di benefici per il rispetto del programma nonché di disincentivi per il mancato rispetto dello stesso, l'implementazione di sistemi di monitoraggio e auditing.

Un efficace programma di compliance antitrust dovrebbe, inoltre, prevedere un sistema interno di denuncia mediante il quale ciascun dipendente (o dirigente) dell'impresa possa segnalare, in modalità anonima e confidenziale, la presenza di condotte anticompetitive di cui sia venuto a conoscenza nello svolgimento della propria attività.

L'importanza di tali meccanismi nell'ambito della lotta contro le pratiche anticoncorrenziali è stata di recente sottolineata anche dalla Commissione Europea che ha reso noto, in data 16 marzo 2017, di aver predisposto un nuovo strumento di informazione anonima attraverso il quale i privati cittadini possono segnalare l'esistenza di cartelli segreti e di altri illeciti antitrust.

Il nuovo whistleblower tool creato dalla Commissione protegge l'anonimato dei segnalanti attraverso l'utilizzo di un sistema di messaggistica criptata, gestito da un fornitore di servizi esterno specializzato che - in qualità di intermediario - si limita ad inoltrare il contenuto dei messaggi ricevuti senza trasmettere i metadati, attraverso i quali si potrebbe procedere all'identificazione del denunciante.

Tale nuovo sistema presenta tra le principali caratteristiche quelle di:

- consentire ai privati cittadini di segnalare l'esistenza di un cartello o di altre violazioni delle norme antitrust offrendo loro anche la possibilità di chiedere alla Commissione una risposta ai messaggi inviati;

- consentire alla Commissione di chiedere chiarimenti ed ulteriori dettagli;

- tutelare l'anonimato dei segnalanti tramite comunicazioni criptate;

- aumentare le possibilità di ricevere informazioni precise ed attendibili, consentendo alla Commissione di aprire le opportune indagini.

In definitiva, il nuovo strumento di informazione anonima - predisposto sulla base di quelli già adottati dalle Autorità di concorrenza in Germania, in Danimarca ed in altri Stati membri - si configura come ulteriore deterrente alla costituzione e/o alla permanenza dei cartelli e di altre condotte anticoncorrenziali.

Avv. Ilaria Di Benedetto

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